Sul quotidiano la Repubblica, il vicedirettore Massimo Giannini definisce l'operazione per quella che è: una truffa. "Annunciavano una "scossa", e invece - scrive Giannini - è stata una truffa. Oggi, a due mesi esatti dal varo del famoso "Big bang della ripresa", i nudi fatti dimostrano che il pacchetto "scossa all'economia", approvato a Palazzo Chigi il 9 febbraio scorso, è stata una banale operazione di marketing politico, una volgare "televendita", un puro diversivo. L'Italia è ferma, e il governo è immobile. È un giudizio basato sull'evidenza, non un pregiudizio dettato dall'ideologia. E non lo inficia il grande attivismo di Giulio Tremonti, sulle nomine nelle public utilities, sul ribaltone alle Generali e ora sulla nascita del Fondo salva-imprese da 20 miliardi, che nascerà lunedì sulle fondamenta della Cassa depositi e prestiti e che (anche se il ministro lo nega) somiglia tanto all'Iri del Terzo Millennio...A sessanta giorni esatti dai proclami del premier, il pacchetto si è dissolto nel nulla. Non uno di quei cinque punti spacciati come "rivoluzionari" all'opinione pubblica si è tradotto in norma di legge. Non uno di quei "miracoli" venduti alle parti sociali si è tradotto in atti concreti. Non c'è nulla. Non solo di varato, ma neanche di discusso, alla Presidenza del Consiglio, nei ministeri competenti, in Parlamento, negli enti locali. Nulla. A dispetto delle emergenze degli italiani e delle urgenze delle imprese".
La cosa più singolare è che qualche giornale ci è di nuovo cascato, di fronte all'annuncio roboante del piazzista di Palazzo Chigi ha cominciato a scrivere: "Questa volta Silvio Berlusconi fa sul serio". Speriamo che prima o poi Giuliano Ferrara, ispiratore e grande sponsor della "scossa" ci spieghi che fine hanno fatto i punti nodali di quella sofisticata opera di propaganda. Purtroppo le uniche scosse che ci vengono in mente sono tragiche: quella del terremoto in Giappone e quella dell'Aquila, dove le promesse del cavaliere, basta guardare l'immutato disastro del centro storico, hanno il sapore della beffa.
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