La prima cosa che mi viene in mente è la constatazione di quello che accade attorno a noi. L'Africa ci dice che il mondo sta cambiando, il Giappone che l'equilibrio del nostro pianeta è più precario che mai ma la nostra politica viaggia a raso terra.
Prendiamo la politica estera di questo governo: è davvero deprimente. A parte l'inconsistenza clamorosa del ministro Frattini, il nostro presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, nel giro di una settimana è passato dalla preoccupazione di non disturbare Gheddafi, al desiderio di diventare protagonista dell'impresa bellica, alla delusione per aver constatato di essere considerato poco o nulla dagli alleati fino al pentimento di ieri: "Sono addolorato per Gheddafi. Gli aerei italiani non bombardano la Libia". Se questi chiari di luna fossero dovuti a un serio ripensamento sarebbero forse giustificati, ma è evidente che tutto ciò nasce dalla paura politico-elettorale di una rottura con la Lega di Umberto Bossi. Oggi dunque nello stesso governo convivono tre anime, quella di Ignazio La Russa, ministro della guerra, che si è fatto prendere dalla parte in commedia, quella di Silvio Berlusconi, dettato nelle sue scelte dall'amicizia con il Rais e quella della Lega, che soffia sul fuoco dei flussi immigratori per difendere la sua identità padana. E' sopportabile tutto ciò in una situazione internazionale come quella che viviamo? E' possibile che la quinta o la sesta potenza mondiale sia così ondivaga? Io credo di no, ma nella fantasiosa Italia, tutto è possibile.
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