"La televisione uccide la realtà". Baudrillard

"La realta' e' stata sterminata e con essa e' scomparsa ogni illusione: la realizzazione totale del mondo, la fabbricazione di un mondo perfettamente identico a quello umano hanno provocato la fine del nostro mondo imperfetto. La televisione? Certo e' stata un complice importante di questo delitto. Proponendoci un raddoppiamento del mondo, i media offrono un' immagine che sempre piu' fa a meno di ogni riferimento al reale, un' immagine di sintesi che ha preso il sopravvento sulla realta' stessa. Non c' e' piu' dialettica, perche' l' immagine si presenta come universo autonomo senza negativita' . L' immagine riproduce immagini e basta, non e' piu' rappresentazione non ha piu' bisogno di un avvenimento reale per generarsi". Jean Baudrillard

sabato 26 marzo 2011

Masi e la rai. Obama e la Siria. Berlusconi e la Libia.

Intanto una buona notizia: Mauro Masi lascia la Rai. Le motivazioni con le quali viene liquidato il direttore generale non consentono di farci sperare nulla di buono. Masi sarebbe stato messo alla porta dal suo capo azienda, Silvio Berlusconi, per manifesta incapacità di chiudere trasmissioni come Report, Annozero, Ballarò. Insomma, troppo tenero con i "nemici" del Cavaliere. Sembra tra l'altro che il bilanciamento di Ferrara, nonostante la mole,, non funzioni. Pensate a che punto siamo arrivati! Ora c'è il rischio di dover difendere anche Masi dalle ingerenze di Berlusconi. E questo tra l'altro ci dice che chi verrà al suo posto sarà peggio di lui. Ma comunque sia la Rai avrà una zavorra in meno. Chi se ne intende sostiene che Masi sia stato uno dei peggiori direttori della Rai da decenni a questa parte. E se anche Minzolini facesse le valige sarebbe un'altra buona notizia. Anche perché è difficile trovare uno peggio di lui.
Lasciando da parte le nostrane notizie da basso impero, sul fronte internazionale, come ci spiega il corrispondente della Stampa a New York, Maurizio Molinari, c'è da registrare una notizia interessante: il durissimo discorso fatto da Barak Obama sulla Siria e sulla repressione in atto in quel paese. Un discorso che mostra quale sarà la strategia degli Usa nel nord-africa: appoggio alle rivolte popolari e linea dura con i dittatori.
Altra notizia di un certo interesse è quella che emerge dal colloquio di Francesco Verderami sul Corsera con Silvio Berlusconi. Il capo del governo sostiene che la mediazione con Gheddafi è un impresa impossibile. Il Raiss non accetterà l'esilio o cose simili e resisterà fino alla morte. Una dichiarazione politicamente rilevante. Non si capisce allora perché il capo del governo italiano con queste premesse abbia scelto la via diplomatica. Forse per garantirsi negli affari un posto di primo piano con i successori di Gheddafi? Insomma, come scriveva il buon Karl Marx sono quasi sempre gli interessi che guidano le scelte politiche. Un principio che vale soprattuto per il nostro amato premier.

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