Riflessioni di un giornalista su ciò che accade in Italia e nel mondo. La verità è la voce dell'anima.
"La televisione uccide la realtà". Baudrillard
"La realta' e' stata sterminata e con essa e' scomparsa ogni illusione: la realizzazione totale del mondo, la fabbricazione di un mondo perfettamente identico a quello umano hanno provocato la fine del nostro mondo imperfetto. La televisione? Certo e' stata un complice importante di questo delitto. Proponendoci un raddoppiamento del mondo, i media offrono un' immagine che sempre piu' fa a meno di ogni riferimento al reale, un' immagine di sintesi che ha preso il sopravvento sulla realta' stessa. Non c' e' piu' dialettica, perche' l' immagine si presenta come universo autonomo senza negativita' . L' immagine riproduce immagini e basta, non e' piu' rappresentazione non ha piu' bisogno di un avvenimento reale per generarsi". Jean Baudrillard
domenica 27 marzo 2011
Silvio Forever
Ieri sera ho visto Silvio Forever, il film documentario che fa tanto discutere giustizialisti e non, anti berlusconiani e fans del cavaliere. A me il documentario è piaciuto ma l'amarezza che ti rimane alla fine della proiezione è grande: ti vengono in mente le parole accreditate a Winston Churchil, a Ernesto Nathan Rogers e addirittura a Lenin : "Ogni popolo ha il governo che si merita". Già proprio così. Se ce ne fosse ancora bisogno il documentario ti spiega perché Silvio Berlusconi dopo 17 anni dalla sua discesa in campo vince ancora le elezioni: perché una parte degli italiani è come lui. Ovvero lui incarna meglio di ogni altro personaggio politico l'italiano medio. Nel documentario c'è qualche omissione: quando il documentario curato da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo torna alle origini della irresistibile ascesa del cavaliere di Arcore, si dimentica di citare, ad esempio, i rapporti tra Berlusconi e Vittorio Mangano, il mafioso che visse ad Arcore per anni. Una macchia indelebile nella biografia di Silvio Berlusconi. Ma al di là di quell'omissione piuttosto vistosa e facilmente documentabile, dal film-documetario diretto da Faenza e Macelloni emergono tutte le sfaccettature di un personaggio furbo, scaltro, abile negli affari, capace di intuire il potere della tv e la potenza della pubblicità e capace al tempo stesso di raccontare agli italiani una montagna di bugie. Ma soprattuto capace di cogliere il peggio dello spirito degli italiani. Le barzellette, le corna, il machismo, lo sfrenato individualismo sono tutti valori che lui si porta dietro con orgoglio e che una parte degli italiani plaude. Da questo punto di vista il film, facendo parlare i documenti, colpisce nel segno e tratteggia un personaggio poco credibile, lontano mille miglia dall'identikit dello statista. Chissà cosa ne pensa Silvio Berlusconi di quel documentario. Io se fossi in lui non sarei contento.
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