Risse in parlamento, truffe finanziarie, tragedie umanitarie. Cronache da basso impero...
"Spettacolo al di sotto della decenza", titola oggi la Stampa a proposito del "vaffanculo" lanciato da Ignazio La Russa a Gianfranco Fini. Quel titolo a cui ne sono seguiti altri come "Golpista e bugiardo" del Fatto Quotidiano riferito al cavaliere o "Delitto perfetto" della Repubblica a proposito del processo breve, sarebbe andato bene anche per descrivere la farsa di Silvio Berlusconi a Lampedusa mentre morivano in mare 11 migranti tra cui un bambino. Una giornata da basso impero a cui io e molti italiani avrebbero fatto volentieri a meno. E' evidente che la demagogia non ha limiti a Palazzo Chigi: parlare di premio Nobel per l'isola, annunciare l'acquisto di una villa e l'apertura di un Casinò, (Non un casino!), e promettere la "pulizia" emigranti in 48 ore per fare un po' di populismo da quattro soldi e arginare una politica migratoria disastrosa è davvero di cattivo gusto. Indecenza allo stato puro. Il guaio è che l'inquilino di palazzo Chigi fa su serio, è senza pudore e pensa soltanto ai fatti suoi: perché se l'è presa con Ignazio La Russa, tanto che il Giornale oggi ipotizza le dimissioni del ministro della difesa? Non per il vaffanculo a Gianfranco Fini, ma perché con quel gesto inconsulto La Russa gli ha rovinato l'impatto mediatico dello show di Lampedusa e rischia di frenare l'approvazione della norma sul processo breve. Che come tutti sanno bloccherà definitivamente, appena sarà legge, il processo più temuto dal cavaliere, il processo Mills. E questa cosa Berlusconi non la può sopportare. Anche perché alcuni sondaggi sono proprio brutti per l'uomo di Arcore: il consenso per il premier è passato dal 27,7% del nove dicembre al 22,5%.P.s. Sui quotidiani di oggi non ci sono soltanto le cronache da basso impero della politica, c'è anche il mondo reale e criminale: una truffa sui bond falsi da 565 miliardi di dollari e un "problemino" per le imprese italiane e le famiglie: la tanto decantata Basilea 3 avrà come risultato minori prestiti da parte delle banche per 436 miliardi con effetti devastanti sull'economia reale e dunque sull'occupazione. Ma questo non è un problema di Berlusconi.