Riflessioni di un giornalista su ciò che accade in Italia e nel mondo. La verità è la voce dell'anima.
"La televisione uccide la realtà". Baudrillard
"La realta' e' stata sterminata e con essa e' scomparsa ogni illusione: la realizzazione totale del mondo, la fabbricazione di un mondo perfettamente identico a quello umano hanno provocato la fine del nostro mondo imperfetto. La televisione? Certo e' stata un complice importante di questo delitto. Proponendoci un raddoppiamento del mondo, i media offrono un' immagine che sempre piu' fa a meno di ogni riferimento al reale, un' immagine di sintesi che ha preso il sopravvento sulla realta' stessa. Non c' e' piu' dialettica, perche' l' immagine si presenta come universo autonomo senza negativita' . L' immagine riproduce immagini e basta, non e' piu' rappresentazione non ha piu' bisogno di un avvenimento reale per generarsi". Jean Baudrillard
martedì 3 maggio 2011
Osama Bin Laden: la potenza del simbolo.
Le geniali intuizioni di Jean Baudrillard sulla potenza dell'immagine e dei simboli, (riportiamo in cima alla testata del blog una citazione del filosofo francese), possono diventare una chiave di lettura interessante nel dibattito che si aperto nel mondo occidentale a proposito della gestione delle atroci immagini sulla morte del capo di Al Qaeda. Temo che non si tratti soltanto di una questione filosofica ma di qualcosa di molto più stringente. Dietro il dilemma che si pone ad esempio Massimo Gramellini sulla Stampa, ("Mostrare o non mostrare le immagini di Bin Laden"), si nasconde un problema più drammatico e più crudo: che cosa rappresentava e che cosa rappresenta Bin Laden e la sua strategia del terrore per i milioni di uomini e donne conquistati dall'integralismo islamico alla causa della guerra totale all'occidente? A due giorni dalla morte di Bin Laden ci sono quelli che sostengono che le sue foto vanno tenute nascoste e quelli che sostengono il contrario ma al di là di questa questione che si risolverà con la diffusione delle immagini c'è quel quesito sul potere simbolico e reale di Bin Laden che non si può nascondere, perché sarebbe ipocrita e fuorviante non riconoscere il fatto che Al Qaeda e il suo grande capo avevano conquistato alla loro causa non soltanto una ristretta cerchia di terroristi di professione ma centinaia di migliaia di persone, di uomini e donne che vivono nei paesi poveri conquistati dall'integralismo e che vedevano nel re del terrore un riscatto alla loro condizione. Se non si fanno i conti con questa triste ma innegabile realtà non si capisce perché oggi il mondo intero si stia lambiccando il cervello su come gestire l'immagine di Osama Bin Laden. E non si capisce perché Al Qaeda sia cresciuta in modo impressionante nel mondo e abbia messo radici nelle popolazioni del continente africano. E' per questi motivi che la lotta al terrorismo non si può dire conclusa. Lo si dice troppo spesso ma è vero che il terrorismo di Al Qaeda sarà davvero battuto quando verranno eliminate alla radice le ragioni della sua nascita. Da questo punto di vista le rivolte nel nord Africa, dove Al Qaeda no ha messo radici, sono un segno di grande speranza ma anche un avvertimento all'occidente: se non verranno alimentate e aiutate potrebbero cadere nella rete di Al Qaeda.
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